E’ ufficiale. La trepidante attesa è finita.

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di oggi 28 marzo 2023, iniziata alle ore 18,05 e terminata alle ore 19,45 ha approvato in esame DEFINITIVO il nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Il testo presenta delle MODIFICHE rispetto al testo approvato in esame PRELIMINARE nella seduta del 16 dicembre 2022: nel comunicato stampa del Governo (disponibile qui) si precisa, infatti, che “il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza unificata e dalle competenti Commissioni parlamentari“.

Si attende ora il decreto del Presidente della Repubblica di emanazione del decreto legislativo e la conseguente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Nonostante le plurime richieste di differimento dell’approvazione del Codice dei Contratti (o comunque di un notevole slittamento in avanti del momento a decorrere dal quale le disposizioni del nuovo Codice acquisiranno efficacia) provenienti da più parti e le copiose (talora anche penetranti) osservazioni con richieste di rettifica/modifica/integrazione di cui ai pareri espressi dalla Conferenza Unificata e dalle competenti Commissioni parlamentari, nonchè dalla stessa ANAC e dalla Corte dei Conti (vedi qui tutti i documenti ora citati), il nuovo Codice è stato approvato,

In base a quanto par di capire (v. ad es. il testo in anteprima fornito dal sito appaltiecontratti.it: v. qui), il nuovo Codice entrerà in vigore l’1 aprile 2023 e le relative disposizioni acquisiranno efficacia l’1 luglio 2023, pur con alcune modifiche rilevanti riguardanti il periodo transitorio ed, in particolare, il differimento dell’acquisizione di efficacia di quasi tutte le disposizioni del libro relativo alla Digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti all’1 gennaio 2024.

Non è questa una grande sorpresa: si era anticipato (v. qui), infatti, come le date dell’1 aprile 2023 (ovvero il termine ultimo di entrata in vigore del Codice) e dell’1 luglio 2023 (ovvero il termine ultimo per completare tutto il processo di riforma della disciplina dei contratti pubblici) fossero fissate ab aexterno dall’Unione Europea ai fini dell’attuazione del PNRR e fossero, pertanto, difficilmente negoziabili.

Va inoltre sottolineato che le modifiche apportate al testo approvato in esame preliminare il 16 dicembre 2022 non sono, in effetti, così numerose, nè così incisive.

Il nuovo Codice, in altri termini, non giunge ex abrupto: dal 16 dicembre 2022 all’1 luglio 2023, pur nella complessità della materia, le imprese, i professionisti e le Pubbliche Amministrazioni hanno avuto (e avranno) modo di aggiornarsi e confrontarsi.

L’aggiornamento non è comunque un compito da poco. Bisognerà infatti acquisire un nuovo modo di pensare la disciplina dei contratti pubblici, perchè è mutato l’apparato assiologico e, per certi versi, si assiste ad un ribaltamento della prospettiva del D.lgs. 50/2016. Basti solo pensare al diverso regime degli affidamenti sotto la soglia comunitaria: in taluni casi non potrà proprio ricorrersi alla procedura aperta e non potranno nemmeno adottarsi dei meccanismi puramente randomizzati per la scelta degli operatori economici da consultare e/o invitare, ma fa da contraltare anche una disciplina più articolata e più stringente del principio di rotazione.

Tuttavia, comunque si giudichi o ci si approcci al nuovo Codice, oggi è una giornata storica ed è il caso che tutti ci facciamo degli auguri, affinchè questo nuovo strumento lavorativo possa consentire uno sviluppo pieno dell’economia e della società tutta.